Nonostante la fine della pandemia, le istituzioni sanitarie invitano a non abbassare la guardia perché il riscaldamento globale dovuto ai cambiamenti climatici potrebbe aumentare la circolazione di virus e batteri, inoltre la resistenza agli antibiotici potrebbe incrementare il rischio di nuove epidemie.
In Italia, il Centro Nazionale Antipandemico si occupa di preparare lo Stato alle malattie emergenti e alle possibili pandemie del futuro. Il team guidato da Rino Rappuoli sta studiando le famiglie più pericolose di virus,
potenzialmente capaci di originare una pandemia, le famiglie di virus che danno infezioni respiratorie trasmissibili tramite aerosol, in quanto di più facile diffusione, e lavorando sui batteri resistenti agli antibiotici, che Rappuoli definisce
“pandemia silenziosa” perché stanno diventando sempre più frequenti. Intervistato dal
TGR Piemonte, Rappuoli ha inoltre sottolineato che dobbiamo prepararci a nuove forme virali, perché il riscaldamento globale porta più virus trasmessi da insetti.
Cos’è l’antibiotico-resistenza?
Un tema fondamentale, già conosciuto da diversi anni ma che sta assumendo dimensioni sempre più grandi, è quello della antibiotico-resistenza (Abr) - ovvero l’adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico - dovuta soprattutto all’uso eccessivo e inappropriato di questi farmaci nella medicina umana, veterinaria e in agricoltura. Secondo un recente
report dell’Unep, il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, le alte temperature dovute ai cambiamenti climatici stanno provocando un
aumento delle infezioni resistenti agli antimicrobici, categoria di cui fanno parte anche gli antibiotici. Inoltre, come ricorda il Ministero della Salute, il fatto che l’efficacia del trattamento si riduca fa sì che i pazienti rimangano contagiosi per un tempo più lungo, aumentando così il rischio di diffusione di microrganismi e generando quindi possibili focolai epidemici.
Come contrastare la diffusione di virus e batteri che si diffondono nell’aria?
Durante la pandemia, Beghelli ha sfruttato le sue conoscenze sui raggi ultravioletti UV-C per progettare e lanciare SanificaAria, un sistema di sanificazione dell’aria che utilizza la tecnologia brevettata uvOxy® per l’inattivazione di batteri e virus, un procedimento di sanificazione dell’aria che si basa su un sistema a camera chiusa saturato con raggi UV-C con efficacia testata fino al 99,9%. L’aria presente in ambiente viene aspirata e immessa all’interno di una camera in cui è attiva la sorgente UV-C dove viene effettuato il processo di sanificazione, al termine del quale l’aria viene espulsa e rimessa in ambiente. La camera è costruita in modo che solo l’aria la possa attraversare senza che alcun residuo di radiazione UV-C fuoriesca dalla camera stessa. Questo processo può avvenire, in totale sicurezza, anche quando le persone si trovano all’interno dell’ambiente. Questa linea di prodotti è stata sottoposta a numerosi test da parte di centri di ricerca privati e università per verificarne l’efficacia nel ridurre i contatti da SARS-CoV 2, l’efficienza e la sicurezza. In particolare, i test realiizzati dall’unità specialistica di Medicina del Lavoro dell’Università di Bologna hanno rivelato l’efficacia del SanificaAria Beghelli nell’eliminare batteri e virus dall’aria, in condizioni reali, in stanze destinate ad uso ospedaliero, in tempi molto brevi.