Novità
08 agosto 2018
Vere o contraffatte?
Il Giornale dell'Installatore Elettrico racconta Il caso Beghelli sul numero di Luglio-Agosto 2018
Investimenti in ricerca e sviluppo spesso vengono resi vani per comportamenti scorretti da parte di società senza scrupoli che si appropriano indebitamente della proprietà intellettuale altrui. Ma cosa rischiano gli installatori?
Quanto investe una società come Beghelli nel campo dello sviluppo dei prodotti? Probabilmente più di quanto ci aspettiamo; un investimento sempre giustificato, però, al fine di proporre al mercato soluzioni esteticamente eccellenti e sempre più performanti. Ma cosa succede se un prodotto viene contraffatto? Se un'azienda si appropria di una proprietà intellettuale sviluppata da altri? Di fronte a queste problematiche le aziende coinvolte devono necessariamente intraprendere vie legali, così da interrompere quanto prima la commercializzazione della "copia". Fortunatamente spesso queste situazioni hanno un lieto fine, come da segnalazione giunta alla redazione de Il Giornale dell'Installatore Elettrico da parte di Beghelli. "La società Beghelli Spa è da sempre particolarmente attenta nel proteggere i propri diritti di proprietà intellettuale, in special modo attraverso una puntuale ed intensa attività di lotta alla contraffazione. Tra l'altro, Beghelli dedica particolare attenzione alla tutela delle forme della sua nota lampada "Stile In LED" (oggetto della registrazione per disegno e modello comunitario n. 001650912-0002), raffigurata nella Figura 1. Nell'esercizio di tale attività Beghelli ha di recente instaurato, avanti la Sezione Specializzata in Materia di Impresa del Tribunale di Milano, un procedimento d'urgenza volto ad ottenere l'inibitoria dell'ulteriore commercializzazione di una lampada per illuminazione d'emergenza (Figura 2). Siamo ora lieti di comunicare che tale controversa si è risolta in favore della nostra società. Ed infatti, prima dell'emissione del provvedimento del Giudice, la controparte ha riconosciuto la validità del modello comunitario azionato, impegnandosi a cessare la commercializzazione della lampada in questione". Per approfondire il tema e capire le conseguenze dirette che riguardano gli installatori e, più in generale, la filiera elettrica, abbiamo intervistato Fabio Pedrazzi, Direttore Affari Generali di Beghelli. Cerchiamo innanzitutto di fare luce sulla questione: Stile In LED è una delle vostre soluzioni nel mondo dell'illuminazione d'emergenza: come vi siete accorti che qualche azienda aveva tentato di contraffare il vostro prodotto, copiandone di fatto l'estetica? Stile In LED è un prodotto che riassume in sé caratteristiche di raffinato design, tecnologia Led di ultima generazione, performance di eccellenza e soluzioni di praticità installativa. Ovvio che queste caratteristiche, frutto di anni di lavoro dei nostri laboratori di ricerca, siano adeguatamente tutelate dal punto di vista della proprietà intellettuale: le caratteristiche del prodotto sono infatti oggetto di protezione brevettuale e di "modello ornamentale" (il cosiddetto "design registrato"). Il nostro continuo monitoraggio del mercato ha fatto emergere numerosi tentativi di contraffazione sia dell'estetica del prodotto che, addirittura, della documentazione tecnica fornita al cliente (istruzioni, disegni, informazioni per l'installazione). Nello specifico, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di installatori che pensavano di avere acquistato, in buona fede, prodotti Beghelli. A seguito di una serie di malfunzionamenti, ci contattavano preoccupati per avere spiegazioni. Ovviamente non si trattava di prodotti nostri, spesso addirittura mancava il marchio dell'azienda, ma il colpo d'occhio dell'installatore associava immediatamente la soluzione in loro possesso con la nostra Stile In LED. Di fatto le copie sono così similari che è quasi impossibile differenziarle rispetto agli originali, anche se in realtà il contraffatto è caratterizzato da una serie di piccoli dettagli che servono proprio a giustificare in qualche modo una possibile comparazione con la nostra soluzione. Se però esternamente il prodotto può riprodurre le caratteristiche di Stile In LED, il componente tecnologico interno è di tutt'altra pasta: la qualità del contraffatto è pressoché inesistente e, soprattutto in tema di illuminazione d'emergenza, il rischio di ledere alla salute, se non alla vita stessa degli utenti, in caso di vera situazione di pericolo è davvero alto. A questo punto, come vi siete mossi? O, più in generale, quali sono gli strumenti giuridici che difendono la proprietà intellettuale di un'azienda e come può quest'ultima difendersi in casi simili? Di fronte ad azioni di contraffazione di prodotti, Beghelli attiva gli strumenti di difesa tipici della proprietà intellettuale, sottoponendo ai tribunali competenti la richiesta di azioni di blocco della commercializzazione da parte del concorrente sleale anche attraverso interventi di tipo "cautelare" che prevedono l'immediato divieto di commercializzazione del prodotto contraffatto, il ritiro dal mercato e la sua distruzione. In alcuni casi i contraffattori recedono dalla commercializzazione del prodotto in modo consensuale. Ed è stato proprio questo il caso: l'azienda ha infatti tolto dal mercato il prodotto e ci ha inoltre comunicato l'interruzione dell'importazione e della successiva messa in commercio dello stesso, evitando quindi un ulteriore prosieguo del procedimento legale. Quali sono gli investimenti in ricerca e sviluppo che Beghelli sostiene ogni anno? E quali le conseguenze economiche di queste attività? Beghelli investe in ricerca e sviluppo una cifra variabile tra il 2 e il 4 % del fatturato, si parla quindi di milioni di euro. Ogni anno tra marchi, brevetti e modelli ornamentali, i tre titoli principali di tutela della proprietà intellettuale, presentiamo tra 10 e 20 soluzioni, alcune delle quali non vengono immediatamente rilasciate; parliamo inoltre di soluzioni tecnologiche non sempre legate specificatamente a nuovi prodotti, ma spesso a componenti e innovazioni su prodotti esistenti. Difficile stabilire la perdita economica complessiva, ma sicuramente si parla di un valore ingente, non solo dovuto alle mancate vendite ma soprattutto al danno di immagine del brand e a una futura incidenza economica. Al di là dello svilimento degli sforzi fatti dal vostro dipartimento di ricerca e sviluppo, la contraffazione di un prodotto determina di fatto delle conseguenze anche per l'installatore: quali problematiche possono emergere in caso di utilizzo di prodotti non originali? E sempre in tema di filiera, oltre all'installatore, il distributore può essere a vario titolo responsabile della messa sul mercato di un prodotto contraffatto? Coloro che utilizzano prodotti contraffatti corrono un doppio rischio. Infatti, oltre alle responsabilità legate alla contraffazione che coinvolgono l'intera catena distributiva, sussiste l'elevato pericolo di contribuire all'immissione sul mercato di prodotti non sicuri. Più volte le nostre indagini hanno rilevato che prodotti palesemente realizzati in contraffazione di nostri brevetti e design registrati non rispettavano i più elementari standard di sicurezza elettrica. In sintesi, si può affermare che il mancato rispetto delle norme sulla proprietà intellettuale, spesso associato al non rispetto delle norme sulla sicurezza dei prodotti, rappresentano un grave danno alle parti lese ma anche alla credibilità dell'intero settore del mercato elettrico. Non dobbiamo dimenticare infatti che le caratteristiche del prodotto sono in prima istanza garantite al cliente dall'ultimo anello della catena commerciale. In altre parole, sia noi produttori sia i distributori dobbiamo essere consapevoli della responsabilità che ci lega nei confronti di chi utilizza i prodotti che produciamo o vendiamo... la contraffazione è un pericolo e un danno per tutti. E, naturalmente, gli installatori rischiano molto: innanzitutto ricordiamoci che è il professionista a redigere la dichiarazione di conformità in cui, di fatto, si assume la responsabilità dei prodotti installati. Se avesse montato un prodotto poco sicuro, quindi, il primo responsabile sarà lui. Certo, potrà poi rivalersi sulla catena distributiva a monte e sul produttore, ma nel frattempo dovrà rispondere in prima persona al cliente.